LIraq
un anno dopo:
e adesso cosa dobbiamo pensare?
Lorenzo Matteoli
22 Marzo, 2004
Tutti i valori con i
quali siamo stati allevati sembrano inutili quando si deve valutare
quello che succede oggi nel mondo: le guerre in Iraq e Afghanistan,
la guerra a Gaza, nellAmerica Centrale e in Messico, i massacri
e le pulizie etniche in Africa, le guerre in Tchechnia, Kashmir, Nepal
chi ha ragione e chi ha torto? Esistono poi una ragione e un
torto? Che genere di soluzione può essere la guerra? E quale
alternativa ci può essere?
Quale etica ci può salvare in questa situazione? Dove sono
i guru? Ci sono etiche per i tempi di terrorismo e di pulizia etnica?
Il minore dei mali è un principio accettabile?
E facile dire che la guerra non è una opzione.
Non è mai stata una opzione per millenni: molto spesso la scelta
non si pone nemmeno in termini di potenziale opzione. Coloro per i
quali la guerra non è una opzione vengono in genere spazzati
da guerre che qualcun altro ha gia cominciato.
Robert Fisk si pone la domanda: E veramente cominciato
con l11 Settembre? e si risponde: No è cominciato
molto prima. (The Independent del 15 Marzo).
Il fatto è che dellinizio nessuno si ricorda: cosi
è da sempre.
E questo porta allaltra domanda:
Chi ha cominciato?
Signor Giudice, io non ricordo.
Noi siamo qui e ora e dobbiamo decidere da che parte stiamo.
Molte domande cercano risposte.
Esiste una figura e una funzione come quella del poliziotto
mondiale? Possiamo contare sulle Nazioni Unite e sulle attuali
regole di ingaggio delle N.U.? Un esercito straniero può abbattere
un dittatore efferato, corrotto e sanguinario che si mantiene al potere
con la tortura e i massacri di massa? Per abbatterne uno è
necessario abbatterli tutti? Ce la possibilita o
il diritto di scegliersi le priorita? (del tipo: prima Saddam,
poi Mugabe,
Milosevich gia fatto
avanti il prossimo?)
Se con la caduta del dittatore e con la liberazione della gente torturata
lesercito straniero si trova a controllare il più importante
bacino di risorse petrolifere del mondo, questo cambia il valore etico
delloperazione? (oppure il dittatore gode di un diritto inalienabile
di rimanere al potere solo perche ci sono interessi collaterali
associati alla sua rimozione?). Se la guerra in Iraq è stata
una guerra per il petrolio si può qualificare la
resistenza Irakena come una resistenza per il petrolio?
magari alimentata da diversi ed equivoci interessi stranieri?
Se era una guerra per il petrolio possiamo dire che le nazioni che
vi si opponevano avevano interessi petroliferi diversi
e magari antagonisti a quelli degli US? (cioe si sono opposti
a una guerra per il petrolio per motivi dettati dal petrolio). Il
fatto che queste nazioni (Francia, Germania, Russia) avessero interessi
petroliferi diversi diminuisce il valore morale della loro opposizione
alla guerra? I conflitti inter-etnici (Sunni, Kurdi, Sciiti) scantenatisi
dopo la caduta di Saddam sono stati provocati solo da questa caduta
o erano un problema pre-esistente che avrebbe dovuto essere affrontato,
prima o poi ?
O erano invece questi conflitti una pratica corrente soffocata con
la tortura dal dittatore? I metodi di controllo dei conflitti etnici
erano accettabili e giustificavano il potere di Saddam Hussein? Lenorme
collateral damage in termini di vite e beni distrutti
avrebbe potuto essere un valido motivo per non fare la guerra per
liberare gli Irakeni? Quanto vale la liberta? I resistenti Irakeni
sono i resti del regime poliziesco di Saddam o sono sinceri nazionalisti
Irakeni che combattono per liberare il paese da un esercito invasore
non voluto? O sono qualcosa di diverso ancora? Larroganza, lincompetenza
e lignoranza del presidente degli Stati Uniti Bush e dei suoi
generali annullano qualunque valore morale delloperazione di
cambio del regime? Il prezzo in vite irakene e in vite
di soldati americani è un prezzo troppo alto per il cambio
di regime? E per il petrolio?
Ci sono risposte senza se e senza ma a queste
domande? Ci sono mai state risposte di questo genere a questo genere
di domande?
Da dove passa la linea che divide il bene dal male? Di chi dobbiamo
avere paura? Chi dovremmo sostenere? Dove possiamo fuggire?
Tutte le domande sono senza risposta se non siamo capaci di uscire
dalla corazza di moralismo ipocrita con la quale ci proteggiamo e
che ci impedisce di affrontare i termini reali del problema.
Per poter esprimere una qualunque valutazione su quello che sta succedendo
dobbiamo chiarire due punti:
A. quella in corso è una guerra planetaria
per la sopravvivenza. Il Sud del mondo contro il Nord del mondo. I
ricchi e garantiti contro gli affamati e condannati.
B. ci sarebbero le risorse in termini di energia di acqua e di cibo
per tutti gli abitanti del Pianeta e per un tempo sufficientemente
lungo a organizzare la transizione incruenta verso un sistema in equilibrio;
ma manca la volonta' e la capacita' politica di individuare e attuare
le corrette strategie
La libertà non è un problema: nessuna delle parti è
credibile come garante di libertà, e comunque la libertà
non è una priorità per una specie condannata allestinzione
per fame. O no? Meglio morire di fame liberi o vivere schiavi?
Ma poi liberi di fare cosa?
Nessuno si avventura nella ipotesi B e ognuno pensa di combattere
e di uccidere per la sua sopravvivenza: il controllo strategico del
petrolio è vitale per l'economia USA. Chi investe in America
senza una garanzia di almeno ventanni a venire?
Per avviare uno scenario tipo B sarebbe necessario un cambiamento
radicale della strategia in essere e un cambiamento radicale del quadro
di vita del Nord per consentire un futuro o una speranza di futuro
al Sud.
Credibile? Dove sono i genii capaci di questa visione e capaci di
indurre il cambiamento o almeno la sua intuizione concettuale? Dove
sono i capi carismatici con il potere di guidare il cambiamento? Dove
è la cultura capace di scegliersi e di eleggere questi capi?
Nessuno a portata di mano, nessuno allorizzonte. Lunica
luce è un canone economico falso che sancisce l'arricchimento
senza fine dei ricchi e l'impoverimento senza fine dei pover: senza
speranze.
Ciò che dobbiamo gestire è lipotesi A, quello
che si sta svolgendo è uno programma di disperate guerre planetarie
per la sopravvivenza di una parte della popolazione del Pianeta. In
questa prospettiva si scatena tutto: WMD, avvelenamenti territoriali,
assassinii politici, genocidio, pulizia etnica, terrorismo, controterrorismo,
bombe sui treni, bombe sugli aerei, bambini impacchettati di dinamite
e aerei che si spiaccicano sui grattacieli.
E io con chi sto?
Con l'utopa perdente! è meglio schierarsi con questa parte
piuttosto che unirsi alle orde di benpensanti massacratori. Non mi
piacerebbe vivere nel Nord vittorioso e tantomeno nel Sud vittorioso.
Se mai si dovesse porre la scelta finale starò a Nord cercando
di cambiare i benpensanti sperando in una visione diversa. Starò
la dove nasce il mio DNA ideologico dove si era quasi avverato un
sogno credibile di libertà e democrazia, senza fanatici ayatollah,
senza dittature religiose, senza puzzoni di sorta, senza
servi e senza padroni.
Le immagini della rabbia islamica, lo spettacolo di un popolo che
dopo decenni di asservimento al potere sanguinario di Saddam, approfitta
del primo minuto di liberta' per scatenarsi nei massacri interetnici
e per sottomettersi a un nuovo regime di asservimento fanatico,
suggeriscono che forse la democrazia e' un privilegio non disponibile
a quella cultura.
Mi dispiace per le migliaia di Irakeni e per i Marines fatti a pezzi
dalle bombe e mi dispiace per i milioni di affamati nel mondo. E'
difficile capire che le due parti siano onestamente convinte di cio'
che fanno. Chiunque dovesse vincere il risultato sarà un incubo
per la ignoranza e la cecità dei capi: ma, alla fine dei conti,
è la gente che li ha votati e messi al potere. O no? Non sempre,
anzi quasi mai.
Speranze?
Gli undici milioni di Spagnoli nelle strade di Madrid e delle altre
città della Spagna dopo le bombe dell11 Marzo possono
indurre qualche ripensamentio nelle strategie del Nord: un successo
del terrorismo? Chi non ha pianto, chi non ha fatto suo il dolore
della Spagna? Ma innegabilmente a Madrid il terrorismo ha vinto, negare
serve a poco. Beato il paese che non ha bisogno di eroi. Come è
assurdo sperare che una Europa governata dalla sinistra sia in grado
di affrontare il problema con diversi risultati: non cè
negoziato nella lotta per la sopravvivenza. La sinistra della "buona
vecchia Europa" si batte per privilegi che solo la fame del terzo
mondo e la "schiavitu'" della manodopera asiatica puo' garantire.
Alla resa dei conti la sinistra europea sceglierà il petrolio.
Da millenni il mondo viene formato dalla violenza e dalla filosofia
e quale delle due venga prima non è facile dire. La Rivoluzione
Francese, quella Americana, quella Russa e tutte le altre rivoluzioni
che non hanno avuto lonore dei nostri libri di storia insegnano.
I filosofi non hanno mai vinto: i loro violenti e sanguinari seguaci
hanno sempre vinto per loro. Il regno della filosofia non si è
mai insediato.
Chi è più responsabile per la tragedia di oggi?
Per me il Nord ricco, arrogante e sprecone ha la massima responsabilità
ed è quello che più ha abbandonato i suoi principi ideali.
Che ne è della Dichiarazione di Indipendenza? Della Magna Charta?
Della Costituzione Americana? Del Bill of Rights? Della Liberte, Egalite,
Fraternite? Della Rivoluzione Russa?
Carte sepolte sotto milioni di cadaveri, travolte da fiumi di sangue.
Continuamente evocate, senza vergogna, da leaders indegni, che in
loro nome continuano a massacrare valori, ideali e popoli.
Si può onestamente condannare chi combatte per la sopravvivenza?
Domanda inutile. Risposta ovvia. Siamo in grado di affrontarla?
Il problema di oggi è fermare la carneficina, e va fatto il
più presto possibile.
E però importante non fare confusioni: Bush non è
lultimo bastione della libertà e della democrazia contro
il terrore, i valori che oggi governano gli Stati Uniti non sono quelli
della libertà e della democrazia, i terroristi non sono freedom
fighters, lIslam non è la sinistra, il terrorismo
non è lIslam, la democrazia non è lOccidente,
lEuropa non è la buona vecchia Europa, lIslam
non è la democrazia, la democrazia non è la sinistra,
la sinistra non è la libertà, la destra non è
la democrazia e la destra non è la libertà, e le bombe
non sono ne libertà ne democrazia etc. etc
.: è
urgente distruggere tutte le categorie di pregiudizio che hanno dominato
gli ultimi cinquanta anni di storia mondiale e ricominciare da capo.
Azzerare il marasma ideologico. Il falso storico di una democrazia
che e solo un paravento per coprire il più rapace imperialismo
Il problema è come sopravvivere al collasso planetario e sapere
se la eliminazione di metà della popolazione mondiale è
una condizione ineludibile di sopravvivenza. Se questa eliminazione
si può gestire in quattro generazioni di controllo demografico
o in dieci anni di guerre nucleari. Basta con questa truffa della
guerra contro il terrorismo: questa e le prossime cento guerre saranno
guerre per la sopravvivenza e per garantirsi le limitate risorse del
Pianeta. Tutto il resto è una fogna moralistica e ne siamo
tutti stufi. Roba che va bene per splendidi articoli radicali, per
oceaniche proteste di benpensanti no-global mondiali e
per i pacifisti con manganelli.
Ma che non ha nulla a che vedere con il vero problema.
Bisogna anche uscire dal tranello della political correctness e qualificare
le cose in modo preciso: un picchiatore fascista che picchia per motivi
eticamente accettabili resta
un picchiatore fascista. Come un aggressore che fa la guerra per motivi
eticamente accettabili resta un aggressore....etc. L'accettabilita'
delle motivazioni non riscatta il crimine.
Ma poi chi ha mai detto o scritto che la specie dei Cro Magnon debba
sopravvivere per milioni di anni?
Nessuno.
Una ricetta per il breve termine?
Piano A:
Gli Stati Uniti e il fantasma della coalizione dei più o meno
willing devono uscire dallIraq, lAustralia da East Timor
e in genere tutti dovrebbero uscire da territori occupati militarmente.
Eliminato Saddam, WMD non ce ne sono, se il petrolio non è
un problema, l'Iraq è competenza delle Nazioni Unite. O no?
L'Europa dovrebbe sostenere vigorosamente questa opzione.
Agli Stati Uniti manca la visione culturale per ottenere una vittoria
militare in Iraq.
Le NU dovrebbero subentrare con un mandato durissimo per un numero
indefinito di anni. Sciiti, Sunni e Kurdi governeranno quando saranno
capaci di farlo senza massacrarsi fra di loro. Gli Stati Uniti dovrebbero
pagare i costi della ricostruzione in Iraq e le NU dovrebbero essere
responsabili della amministrazione dei contratti. Evirazione con ferro
rovente sulla pubblica piazza dei corrotti e dei corruttori. Un tratto
di civiltà islamica da recepire.
Le NU dovrebbero amministrare le risorse petrolifere dellIraq
per il solo beneficio degli Irakeni.
Nuove regole di ingaggio per le NU: le NU dovrebbero intervenire in
ogni paese dove la classe politica non è in grado di garantire
la legge. Giudizio insindacabile del Segretario Generale.
Un grande piano per luso equilibrato delle risorse dovrebbe
essere al centro della elaborazione normativa delle NU, allo scopo
di prevenire la Madre di Tutte Le Guerre che sta per iniziare. Se
non è già iniziata. Gli Stati Uniti dovranno capire
che il sequestro di tutte le risorse non li salverà comunque
dalla catastrofe.
Se il cosiddetto mondo libero non fosse capace di organizzare il piano
A sopra delineato, il piano B non avrà alcun bisogno di organizzazione:
Piano B.
Il Piano B è semplice: subire le conseguenze. Lasciare che
i terroristi terrorizzino e che gli antiterroristi antiterrorizzino,
che i ricchi diventino più ricchi e che i poveri diventino
più poveri fino alla felice estinzione di metà della
popolazione mondiale. Preferibilmente la loro metà
e non la nostra metà.
La metà che resta deciderà per il meglio. Ma ci sarà
sempre una metà da far fuori.
Quindi, per cortesia, si cessi una volta per sempre lipocrita
piagnisteo moralistico insopportabile e il peana stucchevole per eroi
inesistenti.
Quelli che non credono nella fattibilità del Piano A, che non
vogliono nemmeno provare, possono cominciare a ridere. Se trovano
la storia buffa.
Ricordate le parole del Mahatma Gandhi:
Prima ti ignoreranno, poi rideranno di
te, poi ti combatteranno e alla fine tu vincerai.
Lorenzo Matteoli
Post Scriptum
Sono stato rimproverato
perche' ho posto molte domande in parte retoriche e in parte no.
Porre domande è un modo per evadere la responsabilità
di rispondere, mi hanno detto autorevoli amici.
Non posso non riconoscere la fondatezza del rimprovero ed ecco le
mie risposte.
Domande e risposte
Chi ha ragione e chi ha torto?
Hanno ragione gli Irakeni che non vogliono ne Saddam, ne
Americani.
Hanno ragione gli Americani che vogliono abbattere il regime di Saddam.
Hanno torto gli Irakeni che si massacrano fra loro.
Hanno torto gli Americani che vogliono controllare il petrolio Irakeno.
Hanno torto gli Americani che massacrano indiscriminatamente: civili,
militari, insurgents, Sciiti, Kurdi, Sunniti.
Hanno torto gli Americani che impongono la democrazia con i carri
armati.
Hanno torto gli Americani che non hanno capito la complessità
dei problemi etnico-politici dellIraq.
Hanno torto gli Americani che hanno imposto personaggi criminali come
Chalabi per guidare la transizione.
Hanno torto gli Americani.
Le responsabilità dellattuale disastro sono chiaramente
della amministrazione Bush/Cheney/Rumsfeld/Powell/Wolvovitz/Rice che
ha iniziato una Guerra sulla base di motivazioni false, sapendo che
erano false. Lunica motivazione moralmente valida, leliminazione
di Saddam, e stata compromessa dallesercito USA che si
e alienato qualunque comprensione della popolazione Irakena
con comportamenti arroganti, inutile violenza, massacri indiscriminati.
Esistono poi una ragione e un torto?
Certo: vanno saputi identificare nella nebbia di uninformazione
criminalmente settaria e volutamente deviante.
Che genere di soluzione può essere
la guerra?
La Guerra può essere una soluzione necessaria ed inevitabile
quando i termini del conflitto sono chiari, documentati e moralmente
ineccepibili.
E quale alternativa ci può essere?
Lintelligenza delle parti.
Quale etica ci può salvare in questa
situazione?
Quella da sempre graniticamente vera: Non fare agli altri ciò
che non vorresti fosse fatto a te.
Dove sono i guru?
Good question.
Ci sono etiche per i tempi di terrorismo
e di pulizia etnica?
Il minore dei mali è un principio accettabile?
Il minore dei mali non e un principio accettabile, una volta
iniziata la spirale terroristica, e quasi impossibile fermarla:
vedi Irlanda, Palestina, Iskalleria
Esiste
una figura e una funzione come quella del poliziotto mondiale?
Certo: un paese o un consorzio di paesi rigorosamente giusti, senza
interessi di sorta, adeguatamente dotati di mezzi finanziari e capaci
dintervento con eserciti responsabili può svolgere il
ruolo di poliziotto mondiale.
Possiamo contare sulle Nazioni Unite e sulle
attuali regole dingaggio delle N.U.?
No.
Un esercito straniero può abbattere
un dittatore efferato, corrotto e sanguinario che si mantiene al potere
con la tortura e i massacri di massa?
Si.
Per abbatterne uno è necessario abbatterli
tutti?
No.
Ce la possibilità o il
diritto di scegliersi le priorità?
Si.
Se con la caduta del dittatore e con la liberazione della gente torturata
lesercito straniero si trova a controllare il più importante
bacino di risorse petrolifere del mondo, questo cambia il valore etico
delloperazione?
Certamente: ne diminuisce la credibilità e lautorità
morale.
Il dittatore ha un diritto inalienabile di
rimanere al potere solo perché ci sono interessi collaterali
associati alla sua rimozione?
No.
Se la guerra in Iraq è stata una guerra
per il petrolio si può qualificare la resistenza Irakena
come una resistenza per il petrolio?
Si.
Magari alimentata da diversi ed equivoci
interessi stranieri?
Si
Se era una guerra per il petrolio possiamo
dire che le nazioni che vi si opponevano avevano interessi petroliferi
diversi e magari antagonisti a quelli degli US?
Si.
Il fatto che queste nazioni (Francia, Germania,
Russia) avessero interessi petroliferi diversi diminuisce il valore
morale della loro opposizione alla guerra?
Certamente: ne diminuisce la credibilità e lautorità
morale.
I
conflitti inter-etnici (Sunniti, Kurdi, Sciiti) scatenatisi dopo la
caduta di Saddam sono stati provocati solo da questa caduta o erano
un problema pre-esistente che avrebbe dovuto, prima o poi, essere
affrontato?
Era un problema che avrebbe dovuto essere affrontato quando furono
stabiliti artificialmente i confini della regione (Iraq, Iran, Kuwait,
Arabia Saudita, Siria, Giordania, Arabia Saudita) dal Foreign Office
Inglese, e dal Mistero degli Affari Esteri Francese. (1920 circa).
Il problema dovrà essere affrontato in unipotesi di pacificazione
dellintera regione.
O erano invece questi conflitti una pratica
corrente soffocata con la tortura dal dittatore?
Saddam risolveva con la polizia, con il terrore e con le pulizie etniche,
i conflitti tra le etnie, come faceva Tito in Jugoslavia, secondo
un modello storicamente consolidato da secoli.
I metodi di controllo dei conflitti etnici
erano accettabili e giustificavano il potere di Saddam Hussein?
No.
Lenorme collateral damage
in termini di vite e beni distrutti avrebbe potuto essere un valido
motivo per non fare la guerra per liberare gli Irakeni?
Si.
Quanto vale la libertà?
Non ha prezzo.
I resistenti Irakeni sono i resti del regime
poliziesco di Saddam o sono sinceri nazionalisti Irakeni che combattono
per liberare il paese da un esercito invasore non voluto?
Sono una alleanza di tutte le componenti cementata dal comportamento
inqualificabile/criminale degli Americani.
O sono qualcosa di diverso ancora?
Non ci sono molte altre opzioni.
Larroganza, lincompetenza e lignoranza
del presidente degli Stati Uniti Bush e dei suoi generali annullano
qualunque valore morale delloperazione di cambio del regime?
Si.
Il prezzo in vite irakene e in vite di soldati
americani è un prezzo troppo alto per il cambio di regime?
Si a causa della incompetenza politica e militare Americana.
E per il petrolio?
Evidentemente non per Bush.
Lorenzo Matteoli
(18 Aprile 2004)