Requiem per lIraq
Lorenzo Matteoli
25 Luglio, 2003
Lesecuzione dei figli di Saddam a Mossul e la successiva esibizione
delle fotografie dei cadaveri conferma, se ce ne era bisogno, la impossibilita
di accettare i metodi con i quali la guerra in Iraq viene condotta e gestita
da Rumsfeld/Bush/Wolfowitz e dai loro generali. Un altro insulto alla
civilta, allintelligenza e alla umana decenza che avvelenera
ulteriormente i gia impossibili rapporti fra le due culture, i rapporti
dellAmerica con il mondo civile e i rapporti dellAmerica con
se stessa. Un altro passo verso la irreversibilita della catastrofe
che si e andata chiaramente disegnando dal primo giorno della "liberazione"
di Baghdad. La definitiva chiusura di qualunque speranza di recupero dalla
agghiacciante serie di errori commessi dagli Stati Uniti sotto la irresponsabile
guida di Bush Jr. Lordine per lesecuzione e arrivato
dal vertice e non poteva essere altrimenti: le future farneticazioni e
manovre per deviare la responsabilita dalla Casa Bianca e dalla
persona di Bush aggiungeranno ulteriore infamia alla vicenda. La domanda
che e dobbligo: per quali orribili e indicibili motivi si
dovevano chiudere le bocche, con una esecuzione truccata da azione militare,
a due fondamentali testimoni e responsabili protagonisti del regime? Cosa
sapevano Usay e Uday Hussein che non poteva venire reso pubblico in un
processo?
Con quale dignita e autorevolezza pensano gli Americani di "ricostruire
una nazione"? Quale credibilita e rimasta alla "rule
of law" che pensavano di portare come "liberatori" in Iraq?
Con lesecuzione/massacro dei due figli e la futura probabile eliminazione,
piu o meno "oscura", del padre, cessato il pericolo del
ritorno di Saddam, la guerriglia diventera ufficialmente "Resistenza
Iraqena" con i contorni di guerra interetnica (Kurdi, Sunniti, Sciiti)
e le relative "pulizie".
Il tragico e sanguinoso triumvirato Americano (Rumsfeld, Wolfowitz, Bush)
non ha alcuna capacita ne speranza di risolvere in modo decente
la guerra che aveva la sola possibilita di essere giustificata dalla
gestione civile del "dopoguerra".
Dora in poi si conteranno solo i morti da una parte e dallaltra
e le ritorsioni sempre piu sciagurate e raccapriccianti, fino allinevitabile
epilogo "vietnamita": tutti sul tetto dellambasciata aggrappati
allultimo elicottero. Nulla potranno fare i "moderati"
Iraqeni rappresentati dagli articoli di Amir Taheri: saranno travolti,
anche loro traditi dalla cecita criminale di un presidente "der
hat seine Grundrisse verloren".
American dream? Iraqi dream?
Game over per i prossimi 50 anni. (LM)
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